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Il Mental Coaching, cos'è e come ci può aiutare

Aggiornamento: 7 feb 2022

Prima di rispondere alla domanda a cosa serve il coaching mentale, pensiamo ad un'altra domanda ancora più importante; Chi è il Mental Coach?

Il Mental Coach è un professionista che aiuta i clienti a trovare le proprie risorse, a sviluppare il controllo su di esse, ed usarlo per potenziare un campo personale o professionale della vita trasformandolo in qualcosa di positivo e proficuo.

Il Mental Coach non è un guida, un mentore, o un consulente che dà consigli, piuttosto è un facilitatore di processi mentale per accompagnare il cliente verso il raggiungimento di un dato obiettivo. Opera trasversalmente in aree come vita privata, business o sport, usando metodi del coaching per sostenere i clienti (detto anche coachee) nella costruzione di un piano d'azione. Il Mental Coach favorisce il processo di autoconsapevolezza per l’autonomia decisionale, ed auspica la costruzione di un pensiero risolutivo.

L’allenatore mentale si occupa di possibili interferenze senza mai occuparsi delle eventuali patologie, ovvero, non è un’intervento psicoterapico. Anzi, il Mental Coach si concentra nella costruzione di un metodo personalizzato, senza necessariamente garantire una soluzione, poiché in verità il professionista offre una collaborazione, cioè, un lavoro da squadra con l'obiettivo di muovere un soggetto insoddisfatto verso uno status di soddisfazione su ciò che si ambisce.

Dunque, il Mental Coach può aiutare le persone a:

· Individuare obiettivi concreti e situazioni che si contrappongono ai suoi raggiungimenti, · Incrementare la performance e gestire i problemi, · Rafforzare la convinzione di autoefficacia, · Riorganizzare i pensieri decostruendo i vortici negativi e/o demotivanti, · Stimolare la concentrazione e l'attenzione verso un compito, · Acquisire una mentalità vincente al servizio dei risultati prestabiliti.

Il Mental Coach istiga i clienti ad arrivare al punto di rottura con il pensiero corrente verso la costruzione di un nuovo modo di pensare. Questa impostazione permette al Mental Coach di uscire da una dialettica psicologica o patologica, e ancor di più da quella riabilitativa o formativa, ponendosi, allora, al di fuori da una logica prescrittiva o di valutazione. Perciò, il Mental Coach inquadra i processi mentali dei coachee come il centro delle sue azioni, crea, a questo scopo, una mappatura dei pensieri, giustificazioni e credenze che i coachee utilizzano, e che nel corso della loro vita hanno imparato a considerare come verità assolute su sé stessi.

In ogni modo, è molto importante che il Mental Coach sappia distinguere un caso di coaching da un caso di terapia psicologica. Una persona che soffre da un qualsiasi disturbo psicologico o mentale deve seguire un trattamento con un professionista adeguato che non sia il Mental Coach.

Per portare le persone al miglioramento è fondamentale che il Mental Coach sia in grado di riconoscere i limiti del suo metodo, e di non improvvisare su un terreno scivoloso. Il metodo del Mental Coach conta su una struttura cognitiva che sia capace di seguire un programma di cambiamenti legati ai potenziali e sulle forze caratteriali degli individui che intendono ottenere un'efficacia in un campo specifico della loro vita. Di conseguenza, esclude qualsiasi complessità di natura psicologica, e/o strutture mentali che non siano in grado di perseguire un programma di costruzione e sviluppo di una nuova realtà affettiva-relazionale senza crearsi altri problemi.

Il Mental Coach esalta i punti deboli e i punti forti, e propone una sorta di rivoluzione mentale innescata da svariate attività che spingono ad una rivalutazione delle strategie di adattamento che non funzionano più. Insomma, bisogna contraddistinguere l'attività del Mental Coach dallo Psicologo per valutare nella maniera corretta la domanda di coaching mentale, cioè, se è il caso di un approccio da Mental Coach e se l'intervento può effettivamente essere di aiuto.

A tal proposito, il Mental Coaching si è affermato negli anni prendendo sempre più distanza dalla figura del consulente o dell’analista, delineando una sorta di strada propria, come alternativa che offre risultati più efficaci e veloci per lo sviluppo di una data abilità o competenza umana. Comunque, è fondamentale che il Mental Coach abbia avuto una formazione di coaching, e possieda specifiche competenze relazionali che si acquisiscono con studi aggiuntivi in diverse aree del sapere. Deve, altresì, possedere la capacità di ascoltare in modo attento ed empatico, rispettando un modello conversazionale fondato su aspetti specifici, e soprattutto deve saper fare uno studio della fattibilità e probabilistica. In altre parole, saper riconoscere se la persona davanti a sé otterrà veri benefici nel fare coaching mentale.

Ecco perché il professionista del Mental Coaching deve possedere anche una buona dose di’intuito; deve sapere fare domande ristrutturando il proprio linguaggio, deve sapere fornire feedback oggettivi e mirati, deve saper mantenere la concentrazione affinché non si perdano di vista gli obiettivi, sostenendo quindi una logica continua e ben strutturata che fondamenta la linea di pensiero di un qualsiasi piano d'azione.

C'è da considerare che la base formativa e culturale su cui il Mental Coach edifica il suo lavoro è essenziale per il successo dei suoi interventi e per l'efficacia del suo metodo. Oltretutto, il Mental Coach deve saper costruire un rapporto di fiducia con il cliente, deve avere consapevolezza del suo ruolo come professionista, agire responsabilmente nei confronti del lavoro che propone, nonché piena conoscenza dei costrutti teorici che utilizza. Pertanto, il professionista che si propone come Mental Coach deve presentare non solo una conoscenza tecnica del coaching, ma anche di svariati temi come, ad esempio, la neuroscienza.

Il Mental Coach che non possiede tali competenze tenderà ad abusare dai consigli o dei comandi, preferendo un approccio come guida o addirittura come esempio, creando a questo punto un ambiente di dominazione o di concorrenza all'interno del setting di coaching. Ogni volta che il Mental Coach offre un input generico o centrato su di sé, sta, allo stesso tempo, deviando la centralità delle sessioni, ed imponendo un sistema condizionale del tipo “fai così”. In questo modo, invece di lavorare l'autonomia di pensiero e i processi decisionali dei coachee, il Mental Coach finisce per farli diventare spettatori della propria vita. Questo approccio da “trappola” svela una condotta che non porta alcun beneficio ai coachee. Anzi, se all'inizio la scorciatoia potrebbe sembrare vantaggiosa a breve termine, a lungo termine i coachee vedranno la loro performance decrescere, e di conseguenza vedranno anche aumentare il loro senso di insoddisfazione e di frustrazione.

L'assenza di una supposta scientificità nei metodi di coaching, o il fatto che il Mental Coach sia una professione non regolamentata, può far presumere che si tratti di una figura professionale non qualificata. Non di meno, a volte ciò che qualifica una persona nel mondo coaching è il suo comportamento, il riconoscimento dei suoi risultati, o una presunta immagine di successo. Ma non è sempre così, al di là dello stereotipo, il Mental Coach quando non prendi spunti dalle scienze gestionali, sportive, umane e sociali organizzate in un metodo specifico, è guidato da una struttura formativa certificata come, ad esempio, l’International Coaching Federation e tante altre organizzazioni di formazione in coaching.

In ogni caso, prima di affidarsi ai servizi di un Mental Coach, è più importante conoscere il suo metodo che una sua storia di successo. Anche perché, oltre le tradizionali tecniche del coaching, un Mental Coach esperto può avvalersi di tecniche proprie sviluppate al lungo della sua carriera, ed elaborate per una specifica domanda/archetipo che non necessariamente è quella che vi serve. Bisogna appunto fare un primo incontro per conoscere l'approccio utilizzato e per accertarsi che l’andamento delle sessioni sia quello giusto per te.

È, in altre parole, un impegno ambivalente tra il coachee che sceglie il suo Mental Coach e indirizza a lui la sua fiducia, ed un professionista che a sua volta sua decide di accogliere la domanda di una persona che ha bisogno di migliorare un campo della sua vita. Si tratta quindi di un'accettazione reciproca che stabilisce un rapporto pieno di responsabilità da entrambe le parti. Allora, una volta concepito il matching, sintonizzarsi sulla stessa frequenza di un piano di lavoro.

Quindi, a cosa serve il Mental Coach? Immaginate una sveglia che non ha un'ora prestabilita per suonare, ma che comunque scatterà in un qualsiasi momento. Questo suo scattare è dunque il risveglio interno che ci serve per ottenere la giusta comprensione riguardo un determinato aspetto della nostra vita, e finalmente di oltrepassare il blocco interno che ci impedisce di intraprendere i cambiamenti necessari per raggiungere un qualsiasi obiettivo. Ad esempio:

Se c'è un grilletto che ti fa scattare il peggio di te, o che ti impedisci di dimostrare il tuo meglio, allora quel grilletto ti sta rubando la vita. Il tuo nemico non è l'altro, è il grilletto. È lui che sta decidendo per te. Pertanto, devi fare qualcosa per non essere così più reattivo a questo stimolo. Bisogna affrontarlo direttamente, capire le sue ragioni, e cominciare a sviluppare una resistenza nelle piccole cose che lo scattano. Anche se questo significhi ripetersi continuamente: "Questo è il mio grilletto e io lo smonterò".

Nelle sessioni di mental coaching questa è una situazione reale che può causare fastidio, oppure sofferenza per il senso di incapacità di farcela. Ma fastidio e sofferenza non sono abbastanza motivante per ottenere i risultati desiderati. Bisogna volere, desiderare il cambiamento, e non avere paura di arrivare dove si vuole. Però, il desiderio da solo non è sufficiente, il desiderio come pensiero intellettualizzato non offre soluzioni pratiche, e quindi sono necessari anche la determinazione e lo sforzo per l’autoregolazione del comportamento e del corpo, e questa pratica alla fine orienta anche la mente. Ecco a cosa serve il Mental Coach, far con che la sveglia suoni in un momento di grinta interna.

Ciò che muove l'attività del Mental Coach e la voglia di cambiamento. Se non si è veramente motivati, interessati ad imparare e ad interiorizzare i significati di questo cambiamento, si farà veramente fatica a mettere in pratica le strategie necessarie per raggiungerlo, oppure non si arriverà nemmeno a finire il programma stabilito dal Coach. Ma se c'è la voglia di mettersi in gioco, di un cambiamento vero e profondo, allora il mental coaching è fatto per te.

Il coaching mentale non equivale ad una scossa di motivazione, ma a un sentiero che ci ispira e stimola ad agire per realizzare il nostro desiderio. Naturalmente il modo in cui lo fa è estremamente legato al suo percorso formativo, e alle sue competenze e qualità professionale che comunque sfiorano questioni motivazionali, dell'autostima e della fiducia in sé stessi.

Certo però che se qualcuno ci consigliassi degli esercizi utili per rinforzare la memoria, se ci spiegassi un buon metodo di studio, se ci assegnassi dei compiti per imparare a rimanere concentrati più a lungo, la risposta alla domanda a cosa serve il Mental Coach potrebbe sembrarci più tangibile. Ma non lo è più di quanto non si parli del risveglio del potenziale interno, dell’intelligenza emotiva, della capacità di mediazione, dell’autocontrollo, della focalizzazione e visualizzazione di ciò che si vuole.

Pensiamo alle cose che oggi siamo, a quello che abbiamo e a quello che facciamo. Pensiamo a quali di queste cose sono necessari per vivere felice, pensiamo a ciò che abbiamo scelto perché rendono la nostra vita migliore o semplicemente perché crediamo di fare la cosa giusta. Allora pensiamo ai contrattempi e disavventure che ci impediscono di raggiungere questa idea di una vita felice. Queste definizioni di felicità e i concetti di una vita migliore sono assai personali e diversi da persona a persona, ecco perché il Mental Coach lavora su un piano che punta l'unicità di ognuno con delle tecniche che vanno praticate e interpretate nel contesto individuale.

È quindi un servizio del tutto personalizzato, che coinvolge un contesto più ampio, ma che ha inizio dall'interno verso l'esterno e non il contrario. Altrimenti, il mestiere del Mental Coach sarebbe incoerente, e non avrebbe alcun senso se si riducesse a comandare i coachee. Un vero Mental Coach lavora sulla responsabilizzazione e l’empowerment dei clienti, lavora la libertà del coachee dai contrattempi e disavventure esterne ed interne, sciogliendo così eventuali dipendenze dai terzi. Pertanto, l’aleatorietà dei benefici del mental coaching è commisurata all'amplitudine del funzionamento del cervello e del potenziale di ogni coachee.

Il cervello a volta sua è un apparato vitale molto dispendioso in termini di consumo di energia, ossigeno e di elementi nutritivi. Ha una massa pari a solo il 2% dell'intero corpo, ma assorbe il 20% dell'intero fabbisogno energetico. Allora, in momenti di stress, problemi o di sovraccarico mentale, il cervello per evitare l’affaticamento o il collasso energetico trova degli escamotage a beneficio biologico, e che hanno come risultato un'interpretazione personale di stanchezza, demotivazione, sfogo, paure, tristezza, frustrazione, ecc.

La capacità di sopportare lo stress mentale in una sconfitta senza entrare in collasso, o vedersi rovinare altri settori della vita è altrettanto molto personale, ma il percorso di affrontare un assalto mentale porta con sé danni collaterali a corto o lungo termine più o meno simili.

Partiamo dal presupposto che noi occidentali pensiamo troppo, però non sempre pensiamo bene. A volte dedichiamo più tempo a pensare il problema ed a immaginare tutte le sue possibili conseguenze, che a cercare di risolverlo effettivamente. Allora finiamo per coltivare il problema più a lungo di quanto dovessimo; e questo appunto è già un danno collaterale.

Chiaramente il modo in cui elaboriamo i nostri pensieri a riguardo di un problema, sta intimamente legato al nostro ruolo come membri di un gruppo familiare e di una società moderna pervasa da particolari strutture anch'esse più o meno simile. Decifrare queste strutture è anche il compito del Mental Coach, che ha il dovere di nobilitare ogni essere nella sua natura/struttura, e liberare il suo potenziale affinché si esprima al meglio, e ottenga il meglio da sé e dagli altri nel suo micro-universo sociale.

Il Mental Coach è un mediatore tra essenza ed esistenza, ed interviene persino nei sistemi di credenze personali. Se la nostra mente è forte, allenata, saremo anche noi forte per sconfiggere i problemi senza trascinarsi ulteriori tracci di problemi mal risolti. Una mente forte non ci permette di ottenere tutto quello che vogliamo, perché non tutto dipende da noi, ma ci permette di accertare ciò che meritiamo nonostante non l'abbiamo ancora ottenuto.

“Conosco le mie ambizioni, e so esattamente cosa voglio. Però scappo dai miei obiettivi perché so anche che questo passo avanti mi farà diventare la persona che desidero essere, e allora, mi porterà ad un altro livello della mia vita e ai cambiamenti vari. E la verità è che ho paura di questo, ho paura dei cambiamenti, perciò procrastino e mi rendo all’autosabotaggio.”

Allora perché il successo ci spaventa? Ecco un altro scherzo del cervello. L’autosabotaggio diventa una strategia difensiva contro i cambiamenti che richiederanno ancora di più del proprio cervello. L'autosabotaggio ci proteggerebbe quindi da finte situazioni sconosciute, dagli sforzi di adattamento, e situazioni spiacevoli esistenti soltanto nel nostro pensiero.

Ed è così che si sviluppa la nostra intolleranza verso le incertezze, preferendo la prevedibilità immaginaria, allo sconosciuto anche se esse potrebbero essere il proprio successo. L’autosabotaggio è spesso dovuto all’eccesso di perfezionismo, e alle nostre aspettative e paure irrealistiche. E non solo, nel momento in cui si riesce ad agire, entra in azione anche il sabotaggio per paura di fallire. Ed è proprio così, mettiamo in atto comportamenti specifici che cercano di minacciare le nostre performance, oppure, si sviluppano strategie inconsce a favore del nostro assoluto fallimento, o del convincerci che possiamo fare qualcosa soltanto se siamo degli esperti, allora non essendolo, questo diventa un cane che si morde la coda.

L’autoconsapevolezza di questi tipi di pensieri ci permette di difenderci da noi stessi. La mente non esaurisce in sé la vita di una persona, ma comanda le sue emozioni e predisposizioni. Pertanto, quanto siamo eccessivamente sbilanciati nel pensiero roviniamo tutto. A volte anche con la paralisi da analisi, che ci porta al punto di pensare ad una situazione fino all'esaurimento così da non prendere mai una decisione. Allora, senza capire che non tutti i problemi sono risolvibili soltanto pensando ad essi, entriamo in un vortice in cui creiamo altri problemi proprio perché pensiamo troppo al problema iniziale.

Diciamo che la mente è molto potente e quasi sempre ci affidiamo interamente ad essa senza questionarla, e tante volte trascuriamo altri centri vitali, ed è per questa ragione che la fatica fisica, l'esercizio sportivo, ha una grande importanza ed utilità nel tagliare il cavo che scatena l’eccessività dei pensieri. Inoltre, l'esercizio fisico ci porta all'omeostasi corporea importante per raggiungere una stabilità delle proprietà chimico-ormonale interne che in futuro impulseranno nuove condizioni comportamentali più favorevole.

Costruire una relazione di conoscenza del corpo è essenziale per risvegliare l'intero Essere e per stimolare la stessa agilità della mente. Più siamo coinvolti in un esercizio, più cominciamo a scendere dalla mente verso il corpo, e più la consapevolezza diventa centrata su ciò che conta davvero. Negli sport la preparazione è fondamentale, ma da sola non basta per ottenere risultati. Senza un atteggiamento consapevole, positivo e determinato, vincere è molto difficile, e questo stesso discorso vale per la vita di tutti i giorni.

Per riuscire a dare il meglio in ogni situazione e superare i blocchi, e i limiti che ci impediscono di essere la persona che si vuole essere, o di avere la comprensione di essere una persona realizzata, dobbiamo allenare la mente, e il Mental Coach è il professionista più consigliato per questo. Il coaching mentale ci aiuta a vedere le cose da un punto di vista diverso, a disinnescare e risolvere i conflitti, a gestire lo stress e le emozioni negative, ed a comunicare le nostre intenzioni e desideri in modo efficace.

Il coaching mentale ci fa sperimentare ed a immaginare nuove prospettive, a instaurare un self-talk positivo ed efficace, a cambiare il mindset, ma soprattutto ad affrontare e rimuovere l’autosabotaggio e le false credenze che costruiamo su di noi, e che ci bloccano nel nostro percorso di crescita. Attraverso il dialogo e una serie di tecniche specifiche, il Mental Coach fa emergere il meglio di noi, ci fa acquisire fiducia nei nostri mezzi, ad accogliere la responsabilità delle nostre azioni, a diventare padroni delle nostre scelte, e principalmente ad avere un atteggiamento più proattivo.

L'attività di allenare la mente è utile a tutti. Per chi lavora come manager o per chi occupa una posizione strategica all'interno di un'azienda. A questo riguardo, il Mental Coach può aiutare a sviluppare competenze come la comunicazione o la leadership, discutendo e creando percorsi su come gestire la carriera nel complesso organizzativo in cui si trova. Il mental coaching è utile anche ai liberi professionisti. La mancanza di obiettivi chiari, di un percorso definito per raggiungerli, di consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità sono inganni molto pericolosi per chi lavora in proprio, e sono anche una delle principali cause di fallimento. Ma un programma di mental coaching può aiutare a ricalibrare il know-how lavorativo e la potenzialità della propria attività.

Scegliere di seguire un percorso di mental coaching può essere utile soprattutto per chi aspira un miglioramento personale. In questo caso, allenare la mente assume le sembianze di un vero e proprio training su cosa intendiamo per felicità, e cosa ci serve per l'autorealizzazione di un nuovo Io che si ricostruisce e si riconosce durante le sessioni di mental coaching.

Dunque, è il Mental Coach che ci accompagna nel viaggio interiori, nelle esplorazioni delle nostre risorse cognitive, emotive, e fisiche. È chi ci orienta e ci sostieni in una discesa che a volte può essere simile a quella di dover attraversare un fiume, per poi riportarci a rivedere i cambiamenti ed i percorsi trascorsi dall'altra parte della riva, in alto ed in panorama, con più consapevolezza e senso di libertà.

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