Gestire le emozioni è importante per evitare i possibili effetti tossici sulla salute. Emozioni mal gestite possono provocare disturbi psicologici, relazionali e fastidi fisici. Avere una buona intelligenza emotiva fa bene non solo alla salute, ma comporta dei benefici anche per le relazioni sociali e affettive.
Riconoscere le emozioni è importante per vivere bene con se stessi e per migliorare le relazioni con gli altri.
La capacità di regolare le emozioni è vitale. Saperle identificare “sul nascere” e riconoscere i loro primi segnali significa essere capaci di autocontrollo. Regolare l’intensità degli stati emotivi, infatti, aiuta a gestire le proprie reazioni nei diversi contesti di vita.
Tutti noi abbiamo provato fin da bambini rabbia, paura, tristezza, gioia, allegria, fino a sperimentare emozioni più complesse come la gelosia, amore o l’ansia. Se siamo fortunati, abbiamo imparato fin da subito a contenere e gestire le emozioni e le giuste reazioni emotive attraverso gli atteggiamenti dei nostri cari. A volte in modo consolatorio ed empatico, altre volte, invece, con disapprovazione quando ci venivano consigliati di avere un comportamento più consono al contesto.
E questo sarebbe quindi la nostra ‘cultura emotiva’; un’insieme di concetti e comportamenti appresi durante l’infanzia e l'adolescenza. Come se l’intelligenza emotiva la prendessimo in eredità.
"Non piangere", "non ti arrabbiare", "che esagerazione", "come sei sensibile", "smettila di fare capricci" ecc... sono frasi che, se pronunciate con un tono eccessivamente autoritario e per nulla empatico, possono comunicare una esplicita tendenza a considerare quasi innaturali quelle emozioni che generano sofferenza. Proprio questa visione negativa delle emozioni impedisce di viverle e gestirle nel modo più efficace e costruttivo. La paura nei confronti delle forti sensazioni che si provano durante l’ondata emotiva ne impedisce l’accettazione anche di quelle belle, ma soprattutto la sana gestione di ciò che ci fa male.
Sono frequenti i casi in cui per gestire le emozioni di sofferenza si rischia di ricorrere all’utilizzo eccessivo o smodato di alcune risorse esterne o comportamenti compulsivi come con il cibo, il sesso o in altri casi all’uso di nicotina, medicamenti, alcol o altre sostanze. Le persone con una minore capacità di gestire le emozioni sono infatti più predisposte a ipertensione, ansia e anche dei disturbi più complicati. Tendono a sviluppare una scarsa fiducia nelle risorse interiori e possono manifestare una tendenza maggiore ad appoggiarsi a risorse esterne sviluppando problemi psicologici, compulsioni, dipendenza affettiva o da sostanze.
Queste strategie sono però disfunzionali, apparentemente possono alleggerire il peso emotivo ma, con il tempo, non fanno altro che ridurre l’autostima e il senso di auto-efficacia. In altre parole, più si fa uso di “appoggi esterni” più si comunica a se stessi la propria incapacità di farcela da soli, e meno autostima si ha.
Perché le emozioni sono così importanti?
Le emozioni sono la nostra più grande forza interna, è ciò che ci separa dalle macchine e che ci permette di sognare, di conoscere, di creare e di amare. Pero come tutte le grandi forze devono essere gestite nel modo più utile, altrimenti diventano una bestia selvatica. Chi non controlla le proprie emozioni distruttive è infatti da loro controllati con tutto quello che ne consegue portarsi se.
Quello che provi determina quello che pensi, dici e fai. Ogni stato emotivo stimola una serie di comportamenti e conseguenze.
Pensi ai comportamenti e pensieri che emergono quando ti senti felice e soddisfatto di te stesso, e confrontali con i comportamenti e i pensieri che tendi ad avere quando stai sperimentando rabbia, tristezza o frustrazione. Quali sono i sentimenti che vivi con maggior intensità? Ovviamente quelli più brutti. Perché se siamo vittime o oppressori in una qualsiasi circostanza che ci porta dei sentimenti negativi, tendiamo a considerarci colpevoli o cattivi anche senza riconoscerli, e allora la punizione verso di se o verso gli altri si manifesta come sotterfugio psicologico nelle più svariate maniere, e che comunque comportano diverse altre conseguenze nell'ambiente lavorativo, familiare o di coppia.
Per gestire le proprie emozioni è importante ascoltarle, e per farlo bisogna saperle riconoscere e darle un nome. Ed è per questo che si parla di alfabetizzazione emotiva, una vera e propria educazione emotiva che è una delle soluzioni che propongo come strategia per creare un bagaglio emotivo organizzato e solido per affrontare i momenti di sofferenza psicologica e la risoluzione dei problemi più difficili.
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